Daniel Pennacchioni è autoironico, divertente, profondo. A chi si era stancato delle ultime produzioni della saga Malaussène, il capro espiatorio della Fata Carabina, del Paradiso degli orchi e via dicendo, perché ci vedeva mestiere anziché freschezza, qui, nel Diario di scuola, ritrova il Pennac più eccitante. Fresco, ironico, sincero sulla sua vacillante carriere scolastica - si definisce un "somaro archetipo" - , lo scrittore racconta della sua scuola e del suo fare insegnante. E da speranza contro ogni speranza. Da leggere e casomai da far leggere ai figli. Ma prima agli adulti (Gv, giugno 2011)